Piccolo è bello: Milano capitale dei cocktail bar e delle distillerie formato mignon

Date:


Spesso si usa l’espressione “piccolo è bello” senza pensare troppo alle sue origini. Queste si ritrovano nell’omonimo libro del 1973 di Ernst Friedrich Schumacher che metteva in discussione il capitalismo consumista elaborando un’concept di società fatta di produzioni locali, ritmi più lenti e maggiore attenzione alla sostenibilità e alla qualità. A Milano, sembra che questa utopia sia stata realizzata in una realtà produttiva di 4 mq dedicata alla distillazione di gin. Da Gino12, lato Vicolo dei Lavandai, ha aperto la più piccola distilleria d’Europa, «almeno», raccontano gli ideatori. In quello che period un angolo inutilizzato del locale adiacente, è stato ricavato un piccolissimo laboratorio alchemico che trasforma le botaniche in gin. E le serve pure miscelate attraverso una piccola apertura lato strada.

 

«L’concept è nata durante il lockdown – racconta Fabio Arcadipane, responsabile di Gino12 – Mentre il locale period chiuso, abbiamo deciso di dedicarci a questa passione. Da sempre, infatti, vogliamo proporci come punto di riferimento per il gin a Milano. Siamo partiti nel 2015 con 40 referenze. Oggi ne abbiamo 180». Di queste, 20 sono do-it-yourself e costituiscono l’offerta di Gino12. E attorniano il cuore pulsante della micro-distilleria: un alambicco di ultima generazione e dimensioni ridottissime rifornito dall’azienda italiana Steroglass e utilizzato in ambito farmaceutico. «Funziona diversamente da alambicco tradizionale, che è alimentato da una fiamma. Questo macchinario utilizza un bagno termico per applicare calore alla massa da disalcolare. Quando viene abbassato poi il pallone, viene anche applicata la sottrazione della pressione atmosferica, passando dai circa mille millibar di partenza ai 180-200 millibar. Questo ci permette di non applicare tanto calore alla materia e preservare gli aromi e i gusti», spiega Arcadipane. Da qui si estrae poi il gin che diventa il protagonista di cocktail cuciti sempre più su misura del cliente e del territorio.  L’intenzione di arrivare a personalizzare il gin fin nel bicchiere a partire dalla produzione, è il riflesso del movimento delle micro-distillerie sul gusto dei clienti.

Gino 12

Gino 12 

Un fenomeno in crescita, come ha confermato anche Distillo 2022, a maggio. «Dopo decenni di chiusure stimiamo che in Italia possano aprire circa 200 nuove distillerie entro il 2030», avevano affermato in quell’occasione gli organizzatori Claudio Riva e Davide Terziotti. Gli esempi non mancano. Per rimanere in Lombardia, fra il laboratorio di produzione di Meda e il punto vendita di Milano, il nome è Eugin Distilleria Indipendente. Nata nel 2018, dall’concept dei fratelli Niccolò ed Eugenio Belli è un progetto di lavorazione artigianale pluripremiato, grazie alle etichette Numero 9 e Numero 7, in cui “piccolo è bello” fa rima con il rispetto del territorio. A partire dalla scelta delle botaniche che seguono logiche molto simili a quelle con cui i grandi chef selezionano le materie prime da mettere sul piatto. Un parallelismo con cui riscoprire la tradizione del gin in Italia: «La patria del gin è sicuramente la Gran Bretagna, non ci sono dubbi. Ma le autoproduzioni o micro-produzioni italiane riannodano le fila con un’attività di distillazione presente già dall’Ottocento, a Salerno, all’interno di quello che period il più grande giardino botanico d’Europa», ha ricordato Arcadipane.

 

Dall’altra parte del bancone, anche i cocktail bar si fanno mini, esclusivi, con un servizio tailor made. A Milano, c’è il Backdoor43. Si tratta del cocktail bar più piccolo al mondo. Attivo da qualche anno, è nato dall’concept del gruppo Farmily e accoglie 4 posti a sedere. Con alcune regole da seguire: si entra solo su prenotazione, si ha a disposizione massimo un’ora (e la possibilità di scegliere fra oltre 200 etichette di whisky), se si rimane all’esterno si può vedere il volto del barman ma non prima che abbia indossato la sua maschera di Man Fawkes (resa famosa dal graphic novel V per Vendetta), non si possono richiedere fuori menù per il servizio take away (disponibili 8 drink). «Una volta qui c’period la bottega di un pittore che realizzava quadretti sui Navigli – ha raccontato Carlo Dall’Asta, uno dei soci del gruppo Farmily a Repubblica Milano – Avevamo bisogno di un magazzino da usare come deposito per il nostro Magazine cafè, dove anche lì lo spazio è limitato, così abbiamo comprato il locale di fianco. Poi abbiamo deciso di farlo diventare un cocktail bar autonomo, prima soltanto per l’asporto, poi pensato anche come spazio interno più esclusivo, dove il cliente può concedersi un momento di calm down a advantageous giornata, scegliere la sua musica e farsi fare un drink secondo il suo gusto». Tutto in 4 mq di spazio.

Share post:

Popular

More like this
Related

The Evolution of Entertainment: A Journey Through Time

The world of entertainment has undergone a transformative journey,...

Breaking News 2024: Navigating Through the Maze of Information

In today's rapidly evolving world, staying informed about the...

Embracing the Magic: A Journey into the World of Entertainment

Entertainment, in all its forms, has the remarkable ability...

Exploring the Dynamic Realm of World News

In an era where the world is more interconnected...