Roma, 11 lug. (Adnkronos Salute) – “Con il Covid abbiamo visto che le persone più anziane sono corse a vaccinarsi. E, come è giusto che sia, abbiamo le coperture più elevate nelle fasce di età più alte. Questo ci indica che la percezione del rischio è importante. Se elevata la gente si vaccina, se è bassa non lo fa”. Lo ha detto Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, nel corso di ‘InnovaCtion, cosa serve alle idee per diventare salute, impresa, futuro’, promosso da GlaxoSmithKline (GSK) nella sede di Verona, in occasione dei 90 anni di presenza nel nostro Paese.
In generale sui vaccini dell’adulto e dell’anziano, “l’Italia è stata pioniera”. E il nostro Paese “ha una vasta offerta vaccinale. Possiamo dire che il nostro calendario vaccinale è il più bello d’Europa”. Ora, “con il nuovo ‘Piano vaccinale’ stiamo cercando di fare ancora un passo in avanti, con piccoli aggiustamenti”.
Rezza ha ricordato che sul piano economico, rispetto advert altri settori, “per le vaccinazioni spendiamo abbastanza poco e temiamo effetti collaterali che rispetto a quelli dei farmaci, strumenti sicuramente importantissimi, sono molto minori. I vaccini hanno un valore che non sta nella spesa ma anche nel guadagno. Se spendo in vaccini guadagno in ridotte ospedalizzazioni, ridotto uso di medicinali, spesso di antibiotici che rischiano di essere anche dannosi”, aggiunge il direttore generale. E’ indubbio però che ci sono differenze su territorio nazionale, “per questioni soprattutto culturali più che economiche. Abbiamo province autonome ricche che spendono poco in vaccini”, conclude.